DI FRANCO GIUSEPPE PITTORE NAPOLI

« Older   Newer »
  Share  
forumdegliartisti
view post Posted on 16/1/2010, 09:27




Image and video hosting by TinyPic

DI FRANCO GIUSEPPE PITTORE NAPOLI

Curriculum artistico
Giuseppe di Franco,nato a Portici (Na) il 14/3/1943, vive a Napoli con studio in via Salita Arenella 43 .
Tel.0815641166-cell.3490648789

Autodidatta, i suoi primi lavori ad olio su tavola risalgono al 1955.
Compie studi classici e si laurea in Medicina.
Frequenta il Corso di Nudo nell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Dall’anno 2000 al 2005 partecipa come medico pediatra esperto in “Arteterapia”alle attività di ricerca-azione presso il presidio scolastico della Divisione di Pediatria dell’Osp.Cardarelli- Na.

PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI
1987-90-94-96-97-99 presso il Centro Artistico-Culturale G.Caggiano.Na
1994-C.A.C.G.Caggiano-Na“Il segno reale del fantastico”.Catalogo a cura di A.Calabrese e di G.Giannetti
1996-C.A.C.G.Caggiano-Na“Il collage”.Contributo critico di A.Calabrese
2000-Galleria Immagine Nea .Napoli : “La pittura di Giuseppe Di Franco”.A cura di A .Giuliani
2001-Opere per la presentazione dello spettacolo teatrale “Oracoli”diretto da Enrique Vargas Ponticelli (Na)
2002-Galleria Immagine Nea.Napoli : “Opus-Umanesimo e Tecnologia” .Icone elettroniche, collages,pittosculture.Catalogo con commento di G. Di Franco e saggio critico di A.Calabrese .Coordinamento e cura di A.Giuliani
2003-Centro d’Arte e Cultura il Bidone –Na : “Testimonianze in sagome”.Contributo critico di R. Pinto.
2006-Centro d’Arte e Cultura il Bidone-Na: “Nel segno dell’Esasperatismo”.Contributo critico di A.De Rose.
2007-Centro Culturale “Il Pilastro”S.M.Capua Vetere (Ce) “Nel segno dell’Esasperatismo-Opere del 2005-2007”contributo critico di D.Raio.
2008-Centro d’Arte e Cultura “Il Ramo d’Oro”- Na “Il tempo dell’Esasperatismo”.Contributo critico di D.Raio.
2009-Centro d’Arte e Cultura il Bidone : “Esasperatismo a Napoli - Dentro e fuori le mura”. Contributo critico di C.Gily

PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE
1992-93-98-99 Centro Artistico-Culturale Caggiano Na
2000 “Per Eduardo”.Mostra itinerante del Centro d’Arte e Cultura Immaggine Nea
2000 “Giubileo 2000”.Mostra di pittura di Arte Sacra Contemporanea.Capodimonte- Na .con il patrocinio della Sopraintendenza ai Beni Culturali ed Artistici di Napoli.Opere in esposizione permanente
2001-Basilica Incoronata Madre Buon Consiglio.Capodimonte Na :Le Stazioni del Calvario.Opere in esposizione permanente.
2001-41° Premio Suzzara- Mantova
2001-“Natale con Loro”.Campania Arte Napoli.Coordinamento e cura di P.Mancini
2002-Adesione al Manifesto di A.Giuliani per il Movimento Artistico “Esasperatismo Logos & Bidone”
2002-Sala Gemito –Na “Ghirlande Amorose”per l’Unicef.
2002-Piazza Immacolata –Na :Collettiva per “Il Grande Vomero”
2003 “I Tesori Di Napoli”.Museo della chiesa di S.Severo al Pendino –Na
2003 Maggio dei Monumenti-Na: “Bidoni in mostra”Galleria Principe di Napoli
2003 – Mostra dell’Esasperatismo alla BNL-Na per Telethon
2004 - Mostra dell’Esasperatismo al Cassero di Grosseto con la partecipazione di artisti grossetani aderenti al movimento.
2004-Mostra dell’Esasperatismo alla Fiera del Madonnino di Grosseto
2004-1° Mostra internazionale dell’Esasperatismo. Casina Pompeiana- Na
2004-Festa dei quattro altari: Esasperatismo a Villa Macrina di Torre del Greco-Na
2004-Mostra dell’Esasperatismo al Rione Terra .Pozzuoli –Na
2005 –Mosrta dell’Esasperatismo nel Metropolitana di Napoli:stazione di Piazza Medaglie d’Oro.
2005 –Mostra dell’Esasperatismo per “A.I.S.M.”-Museo Archeologico e d’Arte della Maremma –Grosseto.
2005 – Maggio dei Monumenti : Mostra dell’Esasperatismo a Villa Letizia. Barra –Napoli
2005- Maggio dei Monumenti:Mostra dell’Esasperatismo al Borgo Orefici. Napoli
2005- Premio Nazionale Città di San Nicola La Strada : “Il ritratto : lo specchio dell’anima”
2005 –Mostra di Solidarietà del Movimento Esasperatismo nella Chiesa Evangelica Battista di Via Foria –Na
2005 -Mostra dell’Esasperatismo per Telethon BNL- Na
2006- Collettive con l’Associazione Medici –Pittori di Napoli: Palazzo Alabardieri.Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Ospedale Annunziata. Galleria d’arte “L’Immagine”.Sala Gemito
2006-13/21Maggio: Mostra Nazionale del M.A.C. Esasperatismo Logos & Bidone. Museo Archeologico Nazionale e Camera di Commercio. Grosseto
2006-Casina Pompeiana- Napoli 27-31 Marzo. “Dialoghi”.Culture a Confronto con il Centro Arianna.Presentazione di A.Calabrese.
2006-Settembre Mostra del movimento Esasperatista nella sala consiliare del Comune di Marigliano Napoli.
2006-Mostra dell’Esasperatismo per Thelethon BNL-Napoli. Pannello di 36 opere degli artisti aderenti al movimento ideato da A.Giuliani e donato a BNL.
2007-Telethon :Esasperatismo in mostra-BNL Sede di Napoli Via Toledo
2007-Cattedrale di Napoli 18/25 Gennaio:GIAEN- presentazione di opere pittoriche per la settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani.
2007-Il Bidone –Na 3/20 Febbraio “Incontriamoci”Collettiva Mov. Esasperatismo.
2007-Esasperatismo a Roma 3-12 Marzo Studio d’Arte Croma a cura di A.De Rose
2007-Il Bidone-Na 12/26 Aprile .Presentazione e catalogo per la mostra di Libero Galdo.
2007-Pozzo Vetere (Ce) 26/4-20/5/07 Palazzo Veccia:Ars Supra Partes. Presentazione di R. Sciascia.
2007-Spazio Darmon 11-31 Maggio:Oltre l’Undicesima Cerchia-Sacro e profano:in-cubi metropolitani. Interventi di A. Calabrese ,F. Lista, R.Pinto, A. Spinosa. A cura di C.Palermo e G.Carini.
2007-Chiostro del Borromini Roma 16/6-2/7 “Barocco ….”Collettiva di arti visive a cura dell’associazione Aistetikà.
2007-Castel dell’Ovo-Napoli 20/11-2/12. Seconda mostra internazionale Movimento Artistico Esasperatismo-Logos & Bidone
2008-Santa Maria la Nova –Na 4/7Marzo. Amici del Colore “Ali spezzate”.Intervento critico di R.Pinto e M.Sottile.
2008-Saludecio(Rimini)Saluserbe 2008, 25/27 Aprile Cooperativa Genius Loci “Dal Gelso alla Seta”. Mostra convegno in difesa della Natura.
2008-Koesis Club Napoli 7/12 Maggio “Territori al di qua del Bene e del Male. Incontri d’arte coordinati da Marilena Mercogliano
2008- MIMART galleria d’arte contemporanea Napoli 15/29 Maggio “pARTEnopei in mostra”
2008- Galleria Gamen –Na “Esasperatismo al Gamen”. 26/10-7/11.Contributo critico di D.Raio
2008- Castel dell’Ovo – Sala dele Terrazze –Na.7/16 Novembre “Sentieri del pensiero” a cura di V.Montella del centro culturale il Ramo d’oro. Presentazione di G.Agnisola
2009-Gli Amici del Colore. Chiostro Monumentale Santa Maria La Nova- Na : “Angeli innocenti”. Coordinamento artistico di Alma Sauro
2009-Museo Gracco - Pompei (Na): “L’Esasperatismo nel Contenitore della Storia” .Rassegna internazionale di arte esasperatista a cura di A. Giuliani
2009-Gli Amici del Colore .Chiesa S. Severo al Pendino – (Na): “Da Sud a Nord”. Contributo critico di Y.Carbonaro .Coordinamento e cura di Alma Sauro
R.Pinto.G.Di Franco
2009-Comune di Casamicciola di Ischia(Na) “Vivere in Esasperatismo”. A cura di G.Martone
2009-Associazione Medici Pittori .Palazzo Alabardieri (Na): “Senza Cornici” .Collettiva di Arte Contemporanea, 4° edizione.



REFERENZE CRITICHE
Alessandra Bibiano. Angelo Calabrese. Angelo De Falco. Aurelio De Rose. Ferruccio Elia. Giuseppe Giannetti. Pasquale Mancini. Anita Pepe. Raffaele Pincione. Rosario Pinto. Domenico Raio. Daniela Ricci. Tiziana Tricarico.

OPERE IN ESPOSIZIONE PERMANENTE
Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio . Capodimonte-Na :opere per il Giubileo e per la Via Crucis
Casa del Sorriso: Fondazione Pascale di Napoli. Cappella Cangiani Napoli
Divisione di Pediatria Ospedale A.Cardarelli-Na.Sezione di Ematologia Pediatrica

SITI INTERNET
www.esasperatismo.org (vedi 1° mostra internazionale esasperatismo per l’opera “Vita”)
www.ilbidone.it (vedi “eventi” per le personali compresa “Umanesimo e Tecnologia” )
www.ariannaarte.it
www.campaniapages.it
www.medicipittori.com (vedi Di Franco)
Nel motore di ricerca google cerca “Il tempo dell’esasperatismo-Di Franco”

Indirizzo di posta elettronica: [email protected]

Giuseppe Di Franco è presente su facebook

Testi critici

Si avverte subito che la pittura è passione antica, che classicità e fermenti post impressionistici hanno trovato per le vie misteriose dell’arte una particolare significazione nella materia suggestivamente rilevata, nella scrittura rapida ad investigare il narrato, come alchimia tra immaginario e contenuto simbolico. La stessa materia sensuale, organizzata in ritmi ascensionali assume equilibri vibratili che hanno riscontro con la rappresentazione della sonorità visivamente comunicata.
...Pregio essenziale di questa corposità mai squillante, ma persuasiva per il dominio dei toni pastellosi di forte comunicazione, è appunto la suggestione del colore che allude alla forma e si alona di mistero: si modula nella consistenza del supporto sempre organicamente equilibrato in una geometria “suggerita” alla percezione con discrezione; la scena è quasi sempre epifanica...Di Franco è pittore per l’uso del colore e per la sensibilità con cui rende cromatici gli spazi investiti dal gesto-scrittura affidato all’istinto cinetico e quindi segnato dall’es che investiga prototipi ed emblemi, esplora e fa poesia. Le suggestioni visibilizzate diventano creazione in cui il sentimento al diapason incontra il mito, e accade il miracolo di una comunicazione che è tanto realistica quanto fantastica...Vicissitudini sperimentate con umanissimo disorientamento si elevano sul piano superiore dell’arte e il pittore difende a denti stretti le ragioni della vita e le sue magie: la tensione alla luce vince la tentazione di cedere alla vanificazione che tutto travolge e consuma. Il rispetto per ciò che è naturale, l’istinto a esserci, il fondamento degli equilibri, l’evidenza del gesto del segno... propongono una costante: la speranza di aderire alla vita, la volontà di non tradirla, la gioia-dovere dell’uomo che si propone di aiuto all’uomo.
Angelo Calabrese
“Il segno reale del fantastico”
Galleria G.Caggiano.Napoli,1994
Pubblicato su “il Domani”. 11 gennaio 1994


Di Franco continuamente studia la luce della nascita, le ombre della morte, metamorfosi dell’esistenza di tutte le creature, integrando tesi ed antitesi del mosaico pittorico compositivo. Entusiasta e creativo, sembra denunciare con la sua pittura un apparente caos cosmico che vorrebbe tutto in sintonia con l’universo ...Il misterioso gesticolare di Giuseppe Di Franco è psiche del pennello che compone sinfonie di rossi sempre più vermiglioni e di gialli sempre più luminosi ed evanescenti come l’aurora; il mistero dell’eros si manifesta con la fede, svelandosi con il liquefarsi del sangue del Santo, ibrida sinergia dell’esoterismo. Tutto questo è il pathos interiore di Di Franco, come il male e il bene costantemente ricorrenti nelle sue opere sempre in antitesi con la realtà vissuta e presente che vede nascere la neonata vita dell’homo sapiens-cosmicus in ogni minuto ed ora del giorno e della notte, instancabile attività biologica del big-bang, dove i primi vagiti sono già un lamento di dolore, le carezze un sorriso di speranza, il seno della mamma ancora una volta la vita.
Giuseppe Giannetti
“Il segno reale del fantastico”
Galleria G.Caggiano.Napoli,1994


...Nelle opere che si modulano in elaborate diagnosi di panorami esistenziali ed urbani, troviamo le strutture reali e tangibili di traumi psichici che sono teatro e rebus di contesti emotivi, enigmi speculari alle emozioni visionarie della nevrosi storica e della cronaca quotidiana. Dai rebus alle sciarade: i collages di Di Franco si infittiscono di persistenze memoriali, orrori, miserie, segnali iconici e dell’inconscio, inquietudini tecnologiche, macerazioni, sistemi modellizzati, enumerazioni ambientali, griglie, riflessi di tumulti umani, incidenti-accidenti, esattezze tecniche, riposi precari: il tutto noto dell’uomo, fuorché l’uomo. Questa costatazione coglie d’ impatto il fruitore e si chiarifica all’istante, a lampo d’occhi, la dimensione deontologica dell’artista che non si smemora di essere medico e per giunta pediatra, interprete cioè di sintomi intraducibili alla comunicazione diretta, di avventure che la scienza “risolve” e che la sensibilità dell’uomo “assorbe”alla essenzialità di un modo d’essere uomo tra gli uomini, con la certezza del mistero e la valvola dell’arte che ha la freschezza della promessa di libertà.
Angelo Calabrese
“Il collage”
Galleria G.Caggiano. Napoli,1996


In tempi di riferimenti culturali decisamente mutati, il libero pensiero e l’arte che da sempre conferisce le ali alla modernità, sicché possa innovarsi coerentemente nel progetto per il tempo della continuità, vivono un irripetibile occasione per riaffermarsi in ruoli mai disgiunti, dove, senza i dogmi della verità e della completezza, proprio nell’incertezza, nel probabile, nell’indecidibile, la cultura scientifica scopre di non poter fare a meno di coniugare filosofia, esoterismo e attualità. Mondi che sembrano separati perché tali li vogliono l’ignoranza, il fanatismo e la superstizione, si inverano alla luce delle interferenze...Un laico che non rinunci alla prerogativa della libertà, in virtù della quale compie azioni responsabili nel rispetto della pari dignità altrui, onora le diversità,non è allettato dall’unanimismo culturale, ma difende le sue conquiste di conoscenza dall’oppressione e dall’oscurantismo: progetta e procede con i suoi dubbi, garantito dall’apertura mentale che si giova di ogni verifica coraggiosa come il taglio del nodo di Gordio...Sarebbe finalmente ora di prendere atto che neppure il pensiero matematico è garantito dalle sue verità (Godel e Tarski); che il destino dell’universo non sfugge alla probabilità...Intanto,per paradosso, mentre l’esasperazione si configura come condizione generalizzata a tutte le latitudini dove tribolano i viventi dovunque la natura è alterata da scompensati equilibri, mentre l’oscurantismo gioca le carte estreme, contrabbanda per conflitti religiosi quelli motivati da interessi molto terreni, mentre mirano a radicalizzarsi gli ingloriosi resti dei mono-miti di ideologie da dimenticare, della razza ,dello stato, dell’occulto e del terrore, il pensiero raziocinante si accorda a quello simbolico. Si diventa consapevoli, in termini totalmente nuovi dell’unità tra logos e mythos, tra raziocinio e aspirazione metafisica “per recuperare nell’immagine dell’Uomo e della Natura quella sacralità che il mondo contemporaneo sembra aver smarrito, ma della quale avverte confusamente l’esigenza”.(Maurizio Colafranceschi). E’ questo il senso che motiva il Movimento dell’Esasperatismo : da una condizione generalizzata di contrasti ostili soprattutto all’uomo di libertà e conoscenza, diventa necessario dare alla scienza le ali del pensiero e dell’arte affinché il progetto per il tempo della continuità non si riduca a garantire la sopravvivenza, ma valga a liberare la vita alla realizzazione di un processo di conoscenza goduto da “protagonisti” per sapienza e virtù.
Con compiaciuta soddisfazione ho ammirato la originale, certamente senza precedenti, ricerca di Giuseppe Di Franco che, sulla scorta di un robusto patrimonio culturale, esoterico, alchemico, e scientifico ha coniugato ragioni estetiche, filosofiche e tecnologiche in creativi apparati iconici di ineludibili riferimenti a simboli ed archetipi. Questa sua personale, ne sono orgoglioso testimone, ha preceduto di molto le recentissime interpretazioni dei mutamenti sociali in atto...Questo artista per vocazione, che vive professionalmente, da medico, le problematiche della biologia molecolare,non sottovaluta il rischio dell’alterazione del patrimonio genetico...Sapendo bene che le due vie evolutive, quella genetica e quella della cultura, come spazio che comunica arte e pensiero, sono inconciliate, Di Franco impegna la sua creatività a superare la separazione in nome dell’umanità che è soggetto e oggetto della sua stessa attività conoscitiva.
Insomma il progresso tecnologico deve essere garantito da quei valori in nome dei quali trae origine, e garantirli a sua volta...Scienza e valore devono innovarsi inverandosi; devono “contenersi” reciprocamente,come fanno nella vita la regola e il desiderio in evoluzione di mutuo alimento.
...Da questi presupposti che hanno contribuito a focalizzare una ricerca creativa ed autonoma di forte spessore, Di Franco è passato ai suoi assemblaggi cromo-elettronici; ma agli intrighi di conduttori energetici, interagenti, come accade nella logica strutturale dell’Universo, era già pervenuto nei suoi avveniristici collages degli anni ‘94-’98: fanno fede, per citarne qualcuno, “Metropolis”, “Interni urbani”, “Il lavoro dell’uomo”, “Nel metrò”, “La città del sole”...Le icone elettroniche, come le definisce l’autore, alle valenze estetiche, evidenti nei ritmi compositivi e cromatici, nelle suggestioni magiche, nei procedimenti metaforico-simbolici, hanno tutti i segni della riappropriazione umana dei miracoli dei microcip, delle valvole, delle microstrutture che consentono di riconoscere i dati naturali imitati e quelli del design creativo. Non è l’oggetto “trovato” che conta, ma la sua attitudine, la potenzialità a metaforizzarsi in chiave simbolica e comunicare in chiave alchemica, tantrica, yunghiana, medico-scientifica.
... L’artista ci ha voluto ammonire che tutte le vie del pensiero, della cultura, delle scienze, hanno cuore umano. Ha sottolineato che cadendo antichi tabù, la religiosità trova migliore pratica e più ampio spazio mistico, perché sono innegabili le corrispondenze con le verifiche e le conquiste tecnologiche. Ha soprattutto rivendicato all’arte il laico colloquio con il sapere scientifico per vedere e comunicare con la libertà della chiaroveggenza, per garantire equilibrio e rigore, per non deludere la mai sopita voglia di felicità e conoscenza dell’umanità, resa sempre più confusa dalla errata gestione utilitaristica della scienza asservita ai giochi di potere. Di Franco esige che l’Es, l’istinto vitale possa trovare armonia nell’Io, sereno tra il potere e il volere. Esige che il bianco e il nero dell’informazione distorta cedano alla ragione che compone i dissidi; vuole la libera vista e il respiro sereno: l’opera “Esasperati” è un invito a ritrovarsi senza maschera, uomini umani tra uomini artefici di umanità.
Saggio critico di Angelo Calabrese
“Umanesimo e tecnologia. Opus-Icone elettroniche”
Galleria Immagine Nea. Napoli,2002
Inserito inoltre nel volume: “Nisida: natura, arte, valori. Quindici artisti per un isola” a cura di A.Calabrese. Graus editore, 2003 pag.105-119


......Fin dalle prime mostre personali e collettive alle quali partecipa, Giuseppe Di Franco rivela , sia in pittura e successivamente anche sui versanti della scultura , una personalità forte, omogenea, consapevole della necessità di continue verifiche non solo introspettive, per proporre tematiche e concetti espressivi non banali, portatori di quei linguaggi e di quelle metafore che caratterizzano l’uomo di oggi, fino ad averlo portato ad aderire al movimento dell’ “Esasperatismo”...Sorprendente è stata per noi la scoperta di un Di Franco scultore che riesce a coniugare ricerca creativa ed assemblaggi di materiali disparati come fili elettrici, transistor , moduli elettronici, e quant’altro di televisori fuori uso per ricavarne, come titola il catalogo di una sua recente mostra, “Icone elettroniche”...L’artista utilizzando con grande mestiere e felici intuizioni materiali d’uso elettronici ha realizzato sculture pressoché perfette per presentarci dei totem che la tecnologia avanzata mette a disposizione dell’uomo-operaio, per facilitarlo nel suo lavoro ed inserirlo , però, nei meccanismi di una società dove tutto è programmato dai vertici e tutto deve funzionare secondo le leggi ferree della produzione a catena ed, in ultima analisi, dei profitti che sono e saranno sempre appannaggio di pochi.E’sul profitto dunque inteso come il terminale del “potere” per eccellenza che Di Franco con queste opere ci porta a riflettere...Considerazioni di un artista presente come pochi alle congiunture del nostro tempo caratterizzato dall’esasperazione e dalla conflittualità.
Pasquale Mancini “il Meridiano”anno IX-numero 9/91. Napoli, 27/10/2002


...C’è chi, in sede di disamina critica, come Pasquale Mancini, ha messo in evidenza una sensibilità surreale in Di Franco ,valorizzando l’interesse umanistico del pittore <<come ricapitolazione e specchio dell’universo>> che si offre ad una creazione <<ricca di pulsioni che vanno oltre il rappresentato>>.Il giudizio di Mancini.....può essere allargato all’intera opera dell’artista avvertendo, però, che quell’esigenza proiettiva di andare oltre il rappresentato non si limita ad una manifestazione d’una mera disposizione individuale onirica, ma si concentra anche in una contraddittoria selezione espressionistica che va ad analizzare con capacità di sintesi abbruciata non solo ciò che và <<oltre>>il rappresentato,ma,forse soprattutto, ciò che, attraverso il dato estetico della sua rappresentazione, intende fornire una lettura senza compromessi dell’oggetto storico...La sintesi in realtà, tuttavia, si manifesta ed è espressa, nell’opera di Di Franco, sostanzialmente da un esigenza etica, che è quella che sostiene il profilo culturale del Nostro e lo nutre attraverso la progressiva maturazione di importanti esperienze sapienziali che lo accostano alla meditazione trascendentale ed alle dottrine orientali soteriologiche e della conoscenza...Sulla scorta di tali convincimenti, l’adesione di Giuseppe Di Franco al movimento dell’“Esasperatismo”, promosso da Adolfo Giuliani, si motiva non solo nelle ragioni logiche ed etiche che lo presiedono, ma anche nelle sensibilità estetiche che trovano nella simbologia del “bidone” – emblema ed icona del tema concettuale dell’esasperazione della vita sociale e delle tensioni intellettuali che si scatenano nel contesto post-industriale-la metafora delle contraddizioni della contemporaneità. Non si può negare che questo difficile connubio, questa storia impossibile segnico/simbolica rappresentino una avventura artistica e intrigante, ove il punto di equilibrio è delicatissimo e la materia sembra sempre a rischio di sfaldarsi in un racconto di cronaca quotidiana.
......Giova, inoltre, considerare che nella affermazione di un suo profilo unitario, in cui si coagulino le componenti pluriformi d’un sentire articolato e complesso, il Nostro guadagna altri punti mettendo a fuoco una particolare sensibilità nella direzione dell’indagine materica, andando a staccarsi con più avvertita coscienza dalle declinazioni fantastico-surreali ed acquisendo una più marcata prossimità alla cultura “informale” che prende qua e là ad occhieggiare come ulteriore e più avanzata frontiera da esplorare.
Rosario Pinto
“Testimonianze in sagome”
Centro d’arte e cultura “Il Bidone”.Napoli, 2003


Il termine “Esasperatismo”, ideato da Adolfo Giuliani nel lontano maggio del 2000,voleva inglobare ,mediante consensi partecipativi e di adesione concettuale, artisti che potessero esprimere, attraverso significazioni d’immagini, l’angoscia dell’uomo nell’attuale condizione del vivere...A questo messaggio, aderisce Giuseppe Di Franco, professionalmente medico, ma che già nel corso del suo cammino di vita non ha trovato disgiunte: la passione, l’interesse e quindi la coerenza “filosofica”, nel rapporto sempre più cosciente tra la cultura scientifica, quale patrimonio già maturato, ed una vocazione che, non distaccandosi dalla propria genesi di processo conoscitivo, si trasferisce gradualmente dalle teorie di sensazione, rimosse dai tangibili segni della psiche, alla sostanziale concretizzazione di simboli pittorici...Infatti, gli accadimenti che man mano propone, siano essi tecnologici o umani, denunciano quel “rendere aspro”, del “deflusso dell’umanità”, rappresentato da elementi, più d’altri, partecipativi al proprio vissuto e di cui si fa carico. In definitiva, l’adesione prima citata all’Esasperatismo, propone a Di Franco d’assumere l’incercativo ruolo d’analisi nelle investigazioni, che gli sono istintivamente naturali e, così come appaiono dalle prime sperimentazioni d’assemblaggio materico, si gravano d’un ruolo testimoniale che tenta di ricucire tramite una propria ampiezza di linguaggio.
...Questo processo quindi, maturatosi nel tempo, lo porta a visionare, come appare in questa mostra, un susseguirsi di eventi, che coinvolgono, essenzialmente, uno status già altre volte espresso: quello di una napoletanità che non può essere disgiunta e quindi prescindere dall’essere ...In queste pittosculture, realizzate soprattutto attraverso l’uso di elementi materici, prelevati sia ad oriente sia ad occidente della Città, si ritrovano appunto tutte le predominanze caloriche che sono poi intrinseche nell’intero contesto partenopeo. Città viva rinchiusa nei millenni trascorsi da queste fonti di fuoco e stratificata dai segmenti collinari; frutto di quelle metamorfosi e di ferite che la materia ha profondamente inciso, trasferendole in quanti con sensibilità creative analizzano questa terra... emblema di una storia trascorsa ma tuttora profonda; dalla quale non è possibile prescindere per sentirsi partecipi dell’attuale condizione da cui si auspica risorga. Di Franco ne è interessato, vive questa fusione emblematica che è sopratutto sofferenza ed angoscia e cerca di trasferire ogni particella dell’immaginazione nella ricerca di un equilibrio necessario. Quello dell’uomo , che dinanzi a queste testimonianze tramuta in simboli la sagoma descrittva della propria sensibilità traendone spunto per definire una propria mimési. Tutto ciò, Di Franco lo effettua attraverso una sottile metafora che si trasferisce nei vari stadi del racconto, facendo risorgere le proprie radici...Materia quindi che si raggruma per definire il disagio per chi vorrebbe contrastarne il dominio e che tenta di non esserne sopraffatto...Obiettivo ad una vocazione di “rinascita” che “nel segno dell’esasperatismo” percorre;prefiggendosi di offrire con il proprio contributo, elementi estetici e non conflittuali di modificazione.
Aurelio De Rose
“Nel segno dell’Esasperatismo”
Centro d’arte e cultura “Il Bidone”.Napoli, 2006


E’ decisamente forte, pregnante, incisivo il “Segno dell’Esasperatismo” che Giuseppe Di Franco lascia nel Centro d’arte e cultura “Il bidone” in via Salvator Rosa a Napoli. Memorie vesuviane, background professionale e una congerie di passioni e riflessioni private appaiono stratificati in questo serrato gruppo di opere materiche, che l’autore sviluppa cercando il problematico equilibrio tra l’esigenza di sedare il tumulto dell’anima, offesa dalla viltà dei tempi, e la continua tensione all’evasione, quasi volontà di lasciarsi sedurre da una rottura risolutiva, sovvertitrice di un ordine apparente che è, invece, tortuoso labirinto di interrogativi e disagi. Così il supporto diventa effervescente, come se ci fosse un quid che preme dall’interno e apre squarci, riaffiorando come magma da crepacci invisibili o accartocciandosi in sostanze liquefatte. Insito, in questa scelta stilistica, il sogno di affondare nel mistero della creazione e di penetrare l’origine della propria terra, anche attraversandone gli elementi primigenei. Una “pitto-scultura”che sperimenta spesso l’assemblaggio e il collage, ma che non fatica a rivelarsi fluida, come mostrano le sgocciolature che scivolano a trasgredire i confini della tela. Dalla bella presentazione firmata da Aurelio De Rose, si evince come “il travaglio spirituale” di Di Franco trovi appropriata dimensione espressiva in un linguaggio simbolico capace di coniugare, anche tramite l’uso metaforico del colore, scienza e coscienza di una realtà vissuta con doppia sensibilità d’artista e di medico, quotidianamente a contatto con l’esperienza del dolore e con l’intrinseca limitatezza dell’uomo.
Anita Pepe
“Le memorie vesuviane di Giuseppe Di Franco”
in “Roma” ,quotidiano di informazione. Napoli,21/3/2006


Sabbia vulcanica, pietra lavica, zolfo, legno combusto, tela accartocciata sono i materiali che Giuseppe Di Franco assembla insieme per realizzare le sue opere in mostra al Centro d’arte e cultura “Il bidone” in Via Salvator Rosa 159 Napoli. L’artista ricerca da anni tecniche nuove che approdano a un linguaggio personale conquistato con la passione per la pittura, ma soprattutto con l’intenzione di mandare un messaggio di speranza per una vita migliore...Le sue visioni tumultuose nascono da una sottile metafora frutto di sofferenza e angoscia e sono partorite dall’immaginazione e dalla ricerca incessante di un equilibrio necessario ed una volontà di riscatto...<<napoli-spiega Di Franco-è una città viva esplosiva, rinchiusa da millenni da fonti di fuoco e stratificata da segmenti collinari frutto di quelle metamorfosi e di ferite che la materia ha profondamente inciso. Amo definire le mie opere “pittosculture” poiché inserisco in esse elementi materici prelevati in luoghi diversi della nostra città.>> In definitiva l’artista trasferisce nei suoi lavori questi elementi con sensibilità creativa analizzando la nostra terra piena di contraddizioni dove l’uomo spesso è costretto a vivere in un ritmo frenetico e in una spirale indefinita di attese e realizzazioni.
Daniela Ricci
L’ “esasperatismo dipinto da Di Franco”
in “Il Mattino”,quotidiano indipendente. Napoli, 21/3/2006


La mostra al Centro culturale “Il Pilastro” di S.M. Capua Vetere (Ce),a cura di Gennaro Stanislao, sintetizza un percorso artistico che ha visto negli ultimi anni il pittore napoletano interpretare la sua adesione al Movimento dell’Esasperatismo fondato da Adolfo Giuliani ,con una crescita stilistica tale da poter essere accreditato, in questo momento ,come uno degli esasperatisti più rappresentativi. La caratteristica di Di Franco è stata quella di riversare nell’Esasperatismo la sua capacità di indagine, che si è sviluppata dalla sua stessa formazione medico-scientifica, per cogliere tutti i sintomi di quella umana condizione nell’accezione sia psicologica sia filosofica del termine,che è oggetto di osservazione del Movimento.
Convinto assertore dei principi fondanti dell’Esasperatismo, le sue opere si caratterizzano per la peculiarità di stimolare il fruitore su tre distinti piani almeno:sul piano emozionale, per l’intrinseca capacità della sua pittura di agire sull’inconscio dell’osservatore fino ad evocare sensazioni recondite legate a quelle inquietudini del vivere quotidiano indicate al punto 2.1 del Manifesto,...Sul piano estetico, per l’armonia plastico-materica che l’artista infonde all’icona del bidone nella sua elaborata raffigurazione, e che va a controbilanciare, sistematicamente, quella tensione cromatico-contenutistica che si sprigiona dall’insieme dell’opera; sul piano culturale, perché molte delle sue opere più recenti...rimandano, nel denunciare la natura violentata, alla storia naturale della terra di appartenenza elevata a metafora di ribellione del pianeta contro i soprusi dell’uomo...Sul piano tecnico l’arte di Giuseppe Di Franco si presenta come una pittura poliedrica e molte sue opere possono considerarsi delle vere “pittosculture” che già nel rappresentare il superamento del confine tra pittura e scultura vogliono esprimere l’assoluta contiguità tra le diverse discipline, e in particolare tra la scienza e l’umanesimo che costituiscono differenti approcci alla conoscenza, ma caratterizzati da profonde analogie e correlazioni.
Domenico Raio
“L’Esasperatismo di Giuseppe Di Franco”
in “CosmOggi”. Anno XIII N° 3-4 Mar-Apr 2007


Giuseppe Di Franco è medico ospedaliero, specialista in Pediatria. Il termine medico, per lui, deve essere inteso non in modalità moderne ma in quelle medioevali e rinascimentali di “Phisiologus o Phisicus”. La sua indagine va infatti oltre la ristretta clinica medica: egli si interessa della Natura, della Tecnè e di Alchimia simbolica. Rigoroso nella ricerca e nei metodi...il concetto di tecnè viene animato con il segno pittorico. L’Anima viene prestata all’Automa-Demiurgo, sogno dell’uomo di essere faber di un altro uomo; in questo percorso alchemico il faber incontra il “Bidone”, segno antico e novella anfora di pandora e solo apparentemente segno nuovo, contraddizione del contemporaneo: il “Bidone” di Adolfo Giuliani, presentandosi come lacerato, consumato, rilancia, accanto a dolori e sofferenze, speranze di riconciliazioni e di riscatto nella vita quotidiana.
L’adesione di Di Franco al “Bidone” non è stato un atto formale, ma pienamente sostanziale. In questi anni è cambiata anche la sua espressività pittorica: da una rappresentazione simbolica-figurativa l’iconologia ha compiuto il percorso verso strutture informali in cui la forma è rappresentata spesso da un forte segno-contorno, mentre il colore, da espressione informe di superficie, acquista un aspetto materico. Questa superficie si apre all’osservatore, così da mostrare i suoi organi interni, sanguinanti e dolenti ma pieni di vitalità. Il simbolo alchemico si è rarefatto e presenta le sue radici profonde innestate nella materia viva di cui è parte integrante. Nello spazio mentale “forma-non forma” di Aristotele sono un continuum con il mondo delle idee così come lo descrive Platone nel mito della Biga Alata. Queste dimensioni sono attraversate da Giuseppe Di Franco con passo fermo e sentimento, e a noi è il compito di narrarle in modo interessante e intrigante.
Angelo De Falco
Logos & Bidone al “Pilastro” di S.M. Capua Vetere (Ce)
in “il Caffè”, settimanale indipendente. Anno X n.6(421). Caserta, 9 febbraio 2007


Le differenti concezioni del tempo trovano rappresentazione nella mostra “Il tempo dell’esasperatismo” in cui confluiscono quelle analogie tra arte , scienza e filosofia che costituiscono ormai una costante nel percorso artistico di Giuseppe Di Franco. La sua scelta di non dissociare le differenti discipline si inserisce in una più ampia interpretazione olistica della vita e dell’ universo intesi come entità organiche in cui i vari elementi anche minimali sono tra loro correlati...Se il nostro è il tempo dell’esasperatismo, per meglio dire l’epoca dell’esasperatismo, lo è perché, paradossalmente,nell’era della globalizzazione si è smarrito l’interesse collettivo intorno alle grandi questioni dell’uomo e della terra privilegiando egoismi e particolarismi senza preoccuparsi del rischio di uno sviluppo spintosi al punto di non essere ulteriormente sostenibile...Sul piano estetico le opere che costituiscono il nucleo di questa mostra personale presentano architetture cromo-plastiche che, sviluppandosi dall’icona del bidone, già preludono al successivo livello simbolico al quale si raccordano per mezzo di lamine metalliche, molle di orologi a corda, configurate come spirali, o spiraliformi, che dominano la scena della raffigurazione. Se il contenitore è assimilabile alla terra madre che dona la vita e che tutto ingloba, la spirale, come le sinusoidi, alludono alla riflessione e all’introspezione. Ecco allora questo fulcro raccordarsi all’ulteriore livello etico-sociale quasi a chiudere un ciclo virtuoso in cui è insito il senso stretto dell’arte e del Movimento dell’Esasperatismo in particolare...Le opere che descrivono le ore da I a XII, le 4 stagioni,l’alfa e l’omega, la spirale cosmica, la scultura elettronica “la macchina del tempo”, sotto il profilo simbolico oltre alla ciclicità del tempo ,rimandano ad aspetti numerologici , cabalistici, astrologici ed esoterici di notevole aspetto speculativo. La stessa struttura delle pittosculture rappresenta, in massima parte , il significato esoterico del numero in oggetto.
Domenico Raio
“Il tempo dell’Esasperatismo”
Centro d’arte e cultura “Il ramo d’oro”. Napoli,2008


...Il fulcro delle opere di Giuseppe Di Franco è rappresentato da molle di orologio: la tela, lavorata come materia scultorea per un risultato fortemente materico accentuato da impasti a tecnica mista-non mancano anche interventi con lava e zolfo-, si veste di volta in volta di verde (“Primavera”), di cromatismi infuocati (“Estate”), di colori morbidi e variegati (“Autunno”), di un blu freddo e lunare (“Inverno”), con declinazioni cromatiche che regalano ai quadri “effetti ceramica”. Per l’artista napoletano le ore nascondono significati ancestrali: così l’1 rappresenta il Tutto inespresso e indifferenziato, l’8 l’ottava musicale identificata da una lira , il 7 la doppia spirale della simbologia druida. Di Franco invita a prendere coscienza dell’armonia del mondo proprio attraverso la spirale cosmica che allude all’energia e al tempo ciclico compreso tra “Alfa” e “Omega”.
Tiziana Tricarico
“Di Franco e il tempo sospeso”
in “Il Mattino”, quotidiano indipendente. Napoli, 8/3/2008



MANIFESTO DEL MOVIMENTO D’ARTE E CULTURA
“ESASPERATISMO LOGOS & BIDONE”

1. Genesi.
Nasce dalla constatazione del grado di esasperazione raggiunto:
- dal vivere quotidiano
- dalla natura violentata
- dalla scienza incontrollata
- dall’arte non più fruibile

2.1 Vivere quotidiano.
In nome della soddisfazione dei propri bisogni e del miglioramento della qualità della propria vita, l’uomo si è immesso in un ritmo frenetico, in una spirale indefinita di attese e realizzazioni. Ha chiamato tale fluire “progresso”, “andare avanti” e ne ha perso ineluttabilmente la possibilità di controllo e dell’arresto. Lo stress e la depressione sono i risvolti patologici dell’esasperazione del vivere.

2.2 La natura violentata.
Le soluzioni trovate dall’uomo per l’evoluzione della sua specie sono state tutte a danno della “natura naturata”, di volta in volta sfregiata, violata, mortificata. La conseguenza più evidente è il buco nell’ozono, causa di molteplici fenomeni infausti dalle previsioni catastrofiche.

2.3 La scienza incontrollata.
la ricerca incondizionata del razionalmente “possibile” conduce alla realizzazione dell’eticamente
“impossibile”,come la vita in provetta, la clonazione, gli OGM.

2.4 L’arte non più fruibile.
In arte si sono raggiunte forme di espressione non più comprensibili, sempre più dispersive e confuse.

3 Il simbolo di questo movimento sarà il bidone, non più inteso come contenitore di materiali o come tradizionale metafora dell’imbroglio, ma come la vita stessa. E’ il bidone che tutti ricevono alla nascita secondo modi e forme diverse, estetiche, sociali, economiche, culturali.
E’ il contenitore sofferto,ammaccato, consumato, pieno di esperienze, di tradimenti, di delusioni, di dolori.

Napoli, Maggio 2000 Il fondatore
Adolfo Giuliani



Necessaria integrazione formale e concettuale fra Logos e Bidone presupposto di identità e riconoscibilità dell’estetica esasperatista

Nel corso degli anni,a partire dalla fondazione nel maggio 2000 del movimento “Esasperatismo Logos & Bidone”,mi sono convinto sempre più che il pensiero fondante dell’Esasperatismo -il “Logos”- non può prescindere dal contenitore – il “Bidone”- sia come istanza filosofica sia come necessità di resa estetica, passepartout tra realtà e rappresentazione artistica.
In altri termini non vi può essere esasperatismo senza bidone e viceversa.
Ne fa fede il mio percorso artistico per il quale fin dal luglio del 2002
in uno scritto intitolato: “Idee-guida per un movimento” preconizzavo la necessità
di realizzare sagome del bidone prototipo in ferro,ready-made restituito ad oggetto d’arte e simbolo del movimento dal fondatore Adolfo Giuliani, su cui testimoniare e comunicare il grado di esasperazione globale in difesa della vita secondo i presupposti teorici del manifesto esasperatista.
Infatti nel giugno 2003 per la mostra : “Testimonianze in sagome” presentata da R. Pinto, ho realizzato pitture e pittosculture che esprimevano le tematiche del movimento su sagome-supporto del contenitore-bidone.
Un passo ulteriore ,una svolta è stata l’idea di aprire la sagoma del bidone facendone prorompere la sua intrinseca vitale carica energetica in un opera esposta alla prima mostra internazionale nella Casina Pompeiana di Napoli nell’anno 2004 , intitolata “Vita”, una sorta di processo alchemico, di sublimazione della natura violata che si compie per e nel bidone,athanor contenitore della vita,restituendo alla vita stessa dignità e riscatto con un gesto d’amore consapevole.
Con la mostra del 2006 : “Nel segno dell’esasperatismo” curata e presentata da A. De Rose ho cercato di approfondire il rapporto di conflittualità uomo-socialità avvertendo la necessità di una maggiore e più strutturale fusione sul piano stilistico e contenutistico tra logos e bidone ,assumendo il territorio napoletano,genius loci da cui è originato il movimento esasperatista a ruolo centrale dell’esasperazione,
emblema di un territorio sofferto ,perdente quanto si vuole ma tuttavia mai sconfitto,possibilità di rinascita di una terra e di un umanità deturpata, violentata, mortificata nelle cui viscere alberga perennemente il magma del rinnovamento e della creatività.
Nella ricerca, l’esigenza di coniugare contenitore e contenuto ha prodotto pittosculture e pitture di forte impatto espressionista ,ricche di materia e di tensione dinamica ,cui tuttavia non sono disgiunti l’armonia e i moduli costruttivi della classicità. I titoli delle opere peraltro (la ginestra, campi flegrei ,magma , liquefazione, etc .) attestano senza equivoci l’ancoraggio al territorio di appartenenza.
Successivamente nel marzo 2008 con la mostra : “Il tempo dell’Esasperatismo”, presentata da D.Raio ho voluto ribadire che oggi è il tempo dell’esasperatismo,il tempo della presa di coscienza , di denuncia di una condizione generalizzata di esasperazione che ha smarrito il senso della vita, laddove urge la necessità che etica ed estetica si inverino in una conoscenza libera e consapevole per ritrovare nella natura restituita alla sua integrità e dignità nuovi modelli non conflittuali di vivibilità.

Napoli,12/10/2008
Giuseppe Di Franco







ALCHIMISTA


AMALFI


ANIMALI FANTASTICI


Attacco a New York


Autoritratto


Autunno




Barca alla deriva


Battaglia equestre



BIDONI IN CORSO



Campi flegrei


Carlo Giuliani -ragazzo



Centrale elettroportuale


Coppia in sidecar



Cratere




Cuor di bidone


Donna incinta-Lucina









Edited by forumdegliartisti - 16/1/2010, 10:31
 
Top
forumdegliartisti
view post Posted on 16/1/2010, 10:26





Image and video hosting by TinyPic
E!E!E!...Esaperatismo e'

Image and video hosting by TinyPic
Elettrominotauro

Image and video hosting by TinyPic
Epopea indiana

Image and video hosting by TinyPic
Esasperati

Image and video hosting by TinyPic
esasperatismo e vita


Image and video hosting by TinyPic
Esasperatismo

Image and video hosting by TinyPic
Estate

Image and video hosting by TinyPic
Flora
 
Top
forumdegliartisti
view post Posted on 18/1/2010, 10:22




Image and video hosting by TinyPic
Gas


Image and video hosting by TinyPic
Ginestra

Image and video hosting by TinyPic
Giuseppe Di Franco e la sua opera



Image and video hosting by TinyPic
Gli astronauti

Image and video hosting by TinyPic
Giuseppe Di Franco e le sue opere

Image and video hosting by TinyPic
Hora I


Image and video hosting by TinyPic
Hora II



Image and video hosting by TinyPic
Hora V

Image and video hosting by TinyPic
Hora VII



Image and video hosting by TinyPic
Hora XI


Image and video hosting by TinyPic
Il circo



Image and video hosting by TinyPic
il fiore della vita

Image and video hosting by TinyPic
Il legionario


Image and video hosting by TinyPic
Il muro




 
Top
forumdegliartisti
view post Posted on 18/1/2010, 11:53





Il pittore sulla spiaggia



Il vecchio e il dondolo



interrogativo esasperatista




Inverno


Jaguar



La macchina del tempo




La nuova onda



La traversata.JPG




La vecchia miniera




L'addio




L'alchimista




le muse danzanti



l'ignoto e l'esasperatismo



Liquefazione


L'occhio del ciclope




Lotta tribale




L'urlo dell'esasperatismo


Macchina da scrivere



Magma




Maternità




Movimento per un movimento



Movimento



Nel Segno 4




Nel segno 5




Nel segno 10



nell'occhio del bidone
 
Top
forumdegliartisti
view post Posted on 22/10/2011, 12:21




EVENTO ORGANIZZATO AL CENTRO D'ARTE GAMEN
IN COLLABORAZIONE CO MASSIMO PACILIO FORUM DEGLI ARTISTI
VIDEO INAUGURAZIONE MOSTRA DEL MAESTRO GIUSEPPE DI FRANCO
DAL TITOLO ESASPERATISMO BLACK & WHITE

video inaugurazione
www.youtube.com/watch?v=AniDrtsdOn0&feature=share

 
Top
4 replies since 16/1/2010, 09:27   2588 views
  Share